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Cantina Bazzano - Pignoletto dei Colli Bolognesi - Vini DOC dei Colli Bolognesi - Bazzano (Bologna)

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1928 - Quindici viticoltori con chiaro spirito imprenditoriale si recano, notaio al seguito, presso il Municipio di Bazzano con l'intento di costituire una cooperativa per la lavorazione in comune di uve atte alla produzione di vini. Ovviamente il ricavato della commercializzazione dei prodotti finiti verrà equamente ripartito fra i soci. Nasce così la Cantina Bazzano. L'entusiasmo dei primi anni crea interesse attorno a questa nuova realtà e la crescita di volumi trattati e numero soci conferenti non conosce tregua, Purtroppo però, verso la fine degli anni '30 il flagello della filossera, che devasta le vigne in tutta Italia, non risparmia la zona dei Colli Bolognesi; la conseguenza è un drastico e incessante calo delle uve prodotte.1941 - La quantità di uve conferite non giustifica più l'impiego di una struttura che risulta, ora, terribilmente sovradimensionata; i costi per la produzione di poche migliaia di ettolitri di vino, divengono insostenibili. Non bastasse, alla già critica situazione, si aggiungono, in quegli anni, nuovi problemi derivanti dal momento storico-politico. Per questa serie di eventi e dopo svariate proposte, i soci decidono di sospendere la produzione in attesa di tempi migliori.1951 - La scelta di interrompere la produzione senza chiudere la Cantina si rivela vincente, infatti, nel dopoguerra, si ricomincia a pensare di riprendere l'attività e, per volere dell'intraprendente Ingegner Pietro Bacchi, si riunisce l'assemblea di coloro che posseggono ancora vecchie azioni della Cantina e si decide di riprendere la produzione di vino. Da quel momento si assiste ad un'escalation dai ritmi impressionanti e, nonostante la perdita dell'Ing. Bacchi, nel 1955, la Cantina continua a crescere; tanto che, nel 1960, si raddoppiano gli edifici per il conferimento e la produzione e, nel 1972, si arriva ad una capacità lavorativa di 85.000 Hl.1980 - Risolti i problemi di dimensionamento la priorità diventa quella di ammodernare gli impianti, ha quindi inizio una svolta verso la produzione di vini di qualità. Nascono così nuove strutture nelle quali verranno ospitate una moderna catena d'imbottigliamento a ciclo completo da 5.000 bottiglie/ora con annesso punto vendita al dettaglio, una serie di autoclavi per la rifermentazione dei vini atti all'imbottigliamento della portata complessiva pari a 3.000 Hl e un'area di stoccaggio a temperatura controllata.Fine degli anni '80 - Dopo lunghe trattative ha luogo la fusione con la Cantina di Castelfranco, un moderno impianto per la lavorazione a ciclo completo, principalmente di uve Lambrusco, sia di pianura, sia il rinomato Grasparossa di Castelvetro. Con questa fusione l'area di conferimento comprende ora le provincie di Modena e Bologna dai confini con la Toscana fino ai limiti della provincia di Ferrara. La produzione è sempre più curata, nascono varie linee DOC e IGT e i riscontri danno la conferma che la strada intrapresa è quella giusta.Oggi - L'azienda, che nel frattempo ha mutato il proprio nome in

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